Pur avendo ormai qualche esperienza di divergenze politiche e di vedute, sono rimasta amareggiata dal livore ideologico con cui Walter Alotti, Segretario Generale Uil Trentino, è intervento sui media sul tema degli impianti sciistici, prendendosela sia con le nostre strutture ricettive – colpevoli di sperare in ristori per le loro perdite e di non accettare il «rischio di impresa» – sia con la nostra Provincia, che a tali categorie avrebbe riservato e riserverebbe eccessive attenzioni.
Ora, è davvero difficile non scorgere in questo j’accuse dell’esponente sindacalista una chiara non conoscenza delle dinamiche imprenditoriali complessive né, tanto meno, di quelle trentine. Tanto per cominciare perché il citato «rischio di impresa» non ha nulla a che vedere con le chiusure forzate imposte dal governo Conte, che hanno di fatto portato ad una «impossibilità di impresa»: due concetti molto diversi.
In secondo luogo, colpisce come al Segretario Uil sfugga il fatto che il miglior modo per aiutare quei lavoratori stagionali che il sindacato afferma di voler sostenere consista nel consentire ai loro datori di lavoro di poter operare. Viceversa, bloccando interi e vitali comparti economici per il Trentino a partire da quello turistico – le cui perdite, secondo il mio interlocutore, sarebbero sovrastimate -, quei lavoratori stagionali semplicemente non ci saranno, essendo destinati alla disoccupazione.
Come terzo punto, rilevo come, anziché ipotizzare che albergatori e gestori di impianti sciistici si stiano lamentando per nulla – pensiero che fatico a non giudicare lunare -, sarebbe il caso di chiedere conto al Governo nazionale dell’incoerenza secondo cui in queste settimane è possibile frequentare, a volte affollando, i centri commerciali, ma non è possibile andare all’aperto su una pista da sci. Una incoerenza grande come una casa, che solo l’ideologia può portare a non notare.
Un’ultima parola, infine, sulla Provincia. A differenza del Segretario Uil, considero non solo opportuni ma provvidenziali gli aiuti provinciali al comparto turistico, ricettivo e sciistico, rilevando come naturalmente l’operato provinciale non si riduca certo a simili pur rilevanti interventi. Prova ne è la recente Riforma Failoni, che giusto qualche mese fa ha ridisegnato – svecchiando un sistema che resisteva da decenni – proprio il comparto turistico.
Concludo auspicando che la si smetta con visioni conflittuali dell’economia trentina. Stiamo vivendo mesi drammatici, sia per la pandemia sia per l’incompetenza del Governo nazionale, motivo per cui dobbiamo restare uniti. Motivo per cui di polemiche – del tutto gratuite peraltro – credo che gli imprenditori e i lavoratori trentini in questa fase ne facciano volentieri a meno. Lavoriamo quindi al meglio per superare al meglio il periodo, non per alimentare conflitti all’insegna dell’ideologia.
Cons. Mara Dalzocchio