“La petizione dei sindacati per modificare i criteri di accesso al bonus nascita trentino – oggi riservato ai nati da famiglie residenti da almeno dieci anni in Italia – ha prevedibilmente trovato gli appoggi dei Consiglieri Alessandro Olivi del Pd e Ugo Rossi di Azione, che in proposito ha depositato anche un emendamento. Tutto lecito, naturalmente, in un’ottica democratica che, in quanto tale, prevede il dissenso.
Ciò detto, mi corre però l’obbligo di evidenziare come il contestato requisito dei 10 anni di residenza – oltre a rispettare impegni elettorali e ad essere coerente con la politica leghista – rispecchia la determinazione dell’Amministrazione provinciale leghista ed anche criteri di equità. Infatti, personalmente non solo ritengo i 10 anni un criterio sacrosanto, ma dipendesse dal sottoscritto non escluderei di includere, per i punteggi di graduatorie, anche conteggi relativi alla pregressa contribuzione fiscale.
Sono infatti dell’idea che il “prima i trentini” non sia solo uno slogan, anzi non lo sia affatto. Ma sia un principio fondamentale, perché è giusto che chi per anni se non per generazioni ha contribuito a rendere grande questa terra veda oggi riconosciuti i propri sacrifici passati. Nessuno, ovviamente, deve essere lasciato indietro, ma soprattutto non deve esserlo lasciato chi, per il Trentino, ha fatto tanto.
Concludo inoltre evidenziando che, per essere contrastato con successo, l’inverno demografico – tema di cui si occupa il bonus nascita – deve essere affrontato soprattutto incentivando la natalità dove essa è più carente, quindi tra chi risiede in questa provincia da decenni se non da generazioni. Ecco che allora, oltre che giusta e coerente con un programma politico, il requisito dei 10 anni per il bonus natalità si rivela essere anche una misura di buon senso”,
È quanto affermato in una nota dal Consigliere provinciale della Lega Salvini Trentino Denis Paoli