Bene la decisione di procedere con l’immissione della trota iridea da parte della Provincia Autonoma di Trento dopo che il Ministero della Transizione ecologica aveva deciso d’imporre il divieto di immissione in natura di specie e di popolazioni non autoctone.
Si considerano alloctone, a titolo esemplificativo, tutte quelle specie di pesci la cui presenza non sia documentata da prima del 1500 (cioè da oltre 500 anni). Di conseguenza gran parte del materiale biologico oggi esistente verrebbe considerato illegale.
Lo Studio del rischio – approvato dalla Giunta provinciale nella giornata di ieri – permetterà dunque l’immissione di trote iridee in 22 bacini artificiali del territorio provinciale per gli anni 2023 e 2024 (Smeraldo, Caprioli, Val Noana, Pra da Stua, Forte Buso, Busa, Malga Bissina, Speccheri, Malga Boazzo, Ponte Murandin, Cimego, Fedaia, Mollaro, Schener, Ponte Pià, Pezzè di Moena, Pian Palù, San Colombano, Stramentizzo, Piazze, Nembia, Pradellan).
Voglio ricordare che a riguardo avevo presentato un documento per promuovere un tavolo di lavoro e confronto per arrivare ad una deroga per consentire le immissioni di trote ritenute alloctone per poi arrivare ad una definitiva revisione a livello Nazionale per definire le specie alloctone e Autoctone. Tutto ciò a tutela dell’ecosistema ma anche per garantire la sopravvivenza del mondo della pesca e l’economia che gravita attorno, che nella nostra regione conta circa 10000 pescatori oltre ai numerosi ospiti che frequentano le nostre valli.
Quanto deciso dalla Giunta rappresenta ancora una volta la particolare attenzione da parte dell’amministrazione a guida Lega nei confronti di chi tutela la fauna ittica presente sul territorio, fauna che viene con attenzione curata dalle varie associazioni sportive presenti sul territorio e che rischiava di scomparire con l’imposizione di regole troppo restrittive in merito all’immissione di specie sul territorio provinciale.
Questo quanto dichiarato in una nota dal Consigliere provinciale Gianluca Cavada